Viviamo tempi segnati da scelte binarie e contrapposizioni: stabilità o cambiamento, centralizzazione o autonomia, noi o loro. Ma molte di queste non sono vere alternative, bensì polarità da gestire insieme.
Questo articolo è un invito a rifiutare le semplificazioni, abbracciare la complessità e trovare equilibrio proprio nella dinamica, come nel respiro tra inspirazione ed espirazione
È meglio inspirare o espirare?
Posta così sembra una domanda sciocca. Ma è proprio l’errore che facciamo sempre più frequentemente: ci chiediamo se sia meglio una cosa piuttosto che un’altra, quando in realtà le due cose non possono sostituirsi e devono coesistere per la loro stessa natura. Anzi, potremmo dire che hanno proprio bisogno l’una dell’altra. Ma noi insistiamo a scegliere. Un aut-aut laddove serve ben altro.
Siamo immersi in scelte che vengono presentate come nette opposizioni: vogliamo organizzazioni in cui le parti siano autonome o preferiamo coerenza e controllo centralizzato? Vogliamo cambiamento e innovazione oppure stabilità e sicurezza? Economia o ambiente. Lavoro o vita. Noi o loro. Il risultato è una continua lotta tra opposti, come se uno dovesse necessariamente prevalere sull’altro. Ma se invece di scegliere provassimo a porre la domanda in modo diverso? Se anziché “o questo o quello”, dicessimo “sia questo che quello”?
Siamo immersi in scelte che vengono presentate come nette opposizioni
Barry Johnson e le polarità
Barry Johnson chiama queste situazioni polarità: opposti interdipendenti che devono essere gestiti insieme, che hanno bisogno l’uno dell’altro per ottenere il massimo beneficio. Tentare di “risolvere” una polarità scegliendo un lato solo porta alla polarizzazione, al conflitto e a un equilibrio instabile che prima o poi si rompe. La polarità non si “risolve” ma la si impara a navigare, trasformando la sua inerente tensione in forza motrice e crescita.
Prendiamo una polarità rilevante nelle organizzazioni: centralizzazione e decentralizzazione. Da un lato, la centralizzazione garantisce coerenza, visione strategica unificata e un maggiore controllo. Dall’altro, la decentralizzazione offre autonomia, capacità di adattamento locale e decisioni più rapide.
Il Polarity Mapping di Johnson aiuta a comprendere questa tensione attraverso quattro quadranti:
- Benefici della centralizzazione: allineamento strategico, efficienza operativa, gestione del rischio.
- Rischi dell’eccesso di centralizzazione: rigidità, lentezza decisionale, mancanza di coinvolgimento.
- Benefici della decentralizzazione: adattabilità, innovazione, responsabilizzazione dei team locali.
- Rischi dell’eccesso di decentralizzazione: incoerenza strategica, frammentazione, perdita di controllo.
Invece di scegliere una volta per tutte, le organizzazioni devono riconoscere i segnali che indicano uno squilibrio e spostarsi dinamicamente tra le polarità, trovando il giusto mix di azioni in base al contesto.
Questo nuovo paradigma permette di pensare in maniera diversa anche al cambiamento e alla trasformazione, nelle organizzazioni e nelle comunità. Quando affrontiamo il cambiamento, spesso lo trattiamo come un problema da risolvere con un aut-aut. Se le cose non vanno bene, diciamo che serve un cambiamento, a volte radicale. Ma questa visione non considera il valore della stabilità, e se il cambiamento riguarda una polarità, il rischio è quello di scegliere soltanto quella alla quale vogliamo tendere, a discapito della sua controparte complementare. Grazie a queste lenti, potremmo vedere che chi resiste al cambiamento non è sempre un ostacolo: spesso sta proteggendo qualcosa di importante che rischia di andare perso.
Le organizzazioni devono riconoscere i segnali che indicano uno squilibrio e spostarsi dinamicamente tra le polarità
Riconoscere le polarità
La resistenza al cambiamento, vista attraverso le polarità, diventa un segnale prezioso: non un nemico da abbattere, ma un indicatore che ci aiuta a calibrare il cambiamento in modo più sostenibile. Invece di combattere tra “vecchio” e “nuovo”, possiamo chiederci: Come possiamo integrare gli aspetti positivi di entrambi?
La realtà non è fatta di soluzioni binarie, ma di tensioni da navigare. Se impariamo a riconoscere le polarità e a muoverci tra di esse con consapevolezza, possiamo affrontare il cambiamento con meno conflitti e più efficacia. Così come nel respiro alterniamo inspirazione ed espirazione, nelle organizzazioni, nella società, nella politica, dobbiamo saper dosare centralizzazione e decentralizzazione, stabilità e innovazione, ascolto e decisione.
In questo periodo frenetico, rumoroso e a tratti caotico, forse mettere le lenti delle polarità ci potrà aiutare a vedere meglio. Forse potremmo smettere di provare ad eliminare una delle due parti, di sostituire soluzioni, persone e idee con altre, e potremmo invece accudire i bisogni, anche quando sembrano in contrapposizione tra loro. Lo sembrano perché portiamo l’approccio aut-aut. Alziamo lo sguardo, rifiutiamo la falsa scelta aut-aut, e troviamo un terreno comune.