Per circa 20 anni ho imparato a fare il manager.
L’azienda nella quale ho passato la maggior parte di quegli anni, nel frattempo è cresciuta 10 volte, e nel crescere mi ha permesso di “crescere” anche io, nell’unico modo che pensavo fosse possibile, acquisendo sempre più “responsabilità”, che è il modo corrente per dire che avevo sempre più potere sulle persone che lavoravano nella mia azienda.
Ho anche avuto la fortuna (senza virgolette) di avere come mentore il CEO di quell’azienda. Una persona intelligente, motivata, preparata, attenta, mentalmente aperta, almeno secondo la saggezza manageriale corrente. E per molto tempo ho pensato che il lavoro di un capo azienda fosse ben rappresentato da quello del mio mentore. Sapere tutto, avere un’idea chiarissima del futuro, essere in grado di fare tutti i nessi necessari a tutti i livelli per agire il potere con intelligenza, prendere le decisioni fondamentali, aiutare i miei collaboratori a prendere le loro decisioni, agire come sponda per tutte le conversazioni importanti. E avere una professionalità “tonda”: cioè sapere fare o discutere di tutti gli argomenti principali, capire profondamente di dimensioni economiche e finanziarie, di strategia commerciale, di logiche societarie, di operations.
Per molto tempo ho pensato che il lavoro di un capo azienda fosse ben rappresentato da quello del mio mentore
Fare il CEO di Kopernicana – grazie a Dio – non richiede tutte quelle doti, tutta quella capacità.
Kopernicana funziona secondo quello che noi chiamiamo modello self-managed. Ognuno lavora su quello che vuole, da dove vuole, per il tempo che vuole, dove che vuole significa secondo quello che ha concordato con i suoi colleghi.
Quindi che decisioni devo prendere? Cosa fa il CEO di un’azienda self-managed?
Innanzitutto, noi – che strutturiamo tutto con ruoli molto precisi e descritti esplicitamente – non abbiamo un ruolo “CEO”. Il lavoro di ognuno di noi è descritto su un numero di ruoli, nel mio caso una decina, che rendono chiaro cosa l’azienda si aspetta da noi, e da nessuna parte il team di Kopernicana ha scritto che si aspetta che io faccia il CEO.
Chiedo a ChatGPT cosa deve fare un CEO, e mi risponde:
Le attività di un CEO (Chief Executive Officer) variano notevolmente a seconda della dimensione e del tipo di organizzazione che guida, ma in generale, i compiti principali di un CEO sono rappresentati, in una matrice Strategico vs. Operativo/Interno vs. Esterno, come segue:
Chiedo a ChatGPT cosa deve fare un CEO...
Cosa deve fare un CEO, secondo ChatGPT
Presidiare queste attività richiede una combinazione di visione strategica, competenze gestionali, capacità di leadership e una profonda comprensione del settore in cui opera l’azienda… e come diceva il mio mentore… occorre una professionalità completa e rotonda.
Che io non ho.
Come è possibile che Kopernicana funzioni così bene, tanto da essere cresciuta a 2x per ogni suo anno di vita? E inoltre, allora io cosa faccio?
Di alcune di quelle cose in effetti mi occupo, non in quanto CEO ma in ruoli ben definiti: nel ruolo di Circle Lead (allocazione delle risorse economiche e definizione della strategia), o in quello di Business Development (Gestione delle relazioni con Stakeholder). La maggior parte delle attività “da CEO” sono invece compito di altri colleghi. Alcune sono attribuite a ruoli specifici che non ricopro io (comunicazione, Innovazione) alcune (sviluppo di politiche aziendali, adattamento ai mercati, monitoraggio delle prestazioni) sono addirittura una responsabilità di ogni membro di Kopernicana (incluso me). L’unica cosa che detengo in quanto CEO è la responsabilità legale, perché lo richiede il Codice Civile Italiano.
In sintesi, in un’organizzazione come la nostra la maggior parte delle responsabilità normalmente attribuite a un CEO sono di tutti i membri dell’organizzazione, ognuno nel suo ambito, generalmente molto ben definito. Ognuno diventa nel tempo in grado di esercitare quel tipo di potere, in un sistema sempre in cambiamento e in equilibrio dinamico.
