Crescendo in Israele a cavallo tra gli anni Novanta e un nuovo millennio, ho avuto la fortuna di fare una scuola democratica. Assemblee e commissioni governavano quella scuola. Noi studenti avevamo sempre una voce in capitolo. Poi ho fatto il servizio militare di leva. Gerarchia, autorità e politiche di potere. Il divario mi ha preparato bene a quello che avrei trovato, poi, nel mondo del lavoro.
Se lavori con altre persone e senti che qualcosa non va, questo libro è per te. Se desideri migliorare il modo di lavorare e come si vive il lavoro, qui troverai stimoli e strumenti. Per spiegarmi meglio, parto dal titolo stesso.
“Work” sono le persone, organizzate in qualche modo per lavorare insieme. Sono le aziende, le non-profit, le scuole e gli enti pubblici, per citarne alcuni. Ci sei tu, ci sono io, ci siamo tutti.
“New” perché il lavoro ha profondo bisogno di innovazione. Qualcosa non funziona più. Ci è difficile dire perché, ma lo sentiamo. Le organizzazioni cercano agilità. Devono sapersi adattare al contesto che evolve sempre più rapidamente, altrimenti rischiano l’obsolescenza. Le persone cercano nel lavoro sicurezza economica, fisica e psicologica. Ma cercano anche di dare un contributo, di crescere, di realizzarsi. E se le due sfide non fossero in competizione tra loro, ma nascondessero la soluzione? Per fortuna non siamo i soli a cercare la risposta. Qualcuno lo sta già facendo.
“Brave” perché ci vuole coraggio per distaccarsi da ciò che sembra “l’unico modo possibile”. La verità è che un altro modo possibile c’è, anzi, ce ne sono molti. Lo dimostrano le tante organizzazioni di tutti i settori, in Italia e all’estero, alcune delle quali raccontate in questo libro. Cambiare è possibile, e richiede prontezza. Prontezza a vedere cosa non ci soddisfa. Prontezza a ispirarci con esempi di chi opera diversamente. Prontezza a scattare in azione, a sperimentare qualcosa di nuovo, a provarci abbastanza per uscire dal campo gravitazionale dello status quo.
Se lavori con altre persone e senti che qualcosa non va, questo libro è per te. Se desideri migliorare il modo di lavorare e come si vive il lavoro, qui troverai stimoli e strumenti
Ora che questo libro è tradotto in italiano, corriamo il solito rischio di meravigliarci di come si lavori meglio all’estero. Sarà troppo facile convincerci che da noi non potrebbe mai funzionare. La mia esperienza, invece, dentro e a fianco alle organizzazioni, mi ha convinto del contrario. Il panorama italiano è particolarmente fertile per il futuro del lavoro.
Le imprese e le organizzazioni italiane, per la stragrande maggioranza, hanno dimensioni piccole o medie. Solitamente sono portate avanti negli anni dagli stessi fondatori e famiglie. La crescita in molti casi è organica, disordinata, a tratti caotica. Ruoli e processi, se vengono definiti, spesso non aderiscono alla realtà quotidiana. Per portare a conclusione il lavoro nel migliore dei modi le persone devono continuamente esprimere la loro creatività e mettere in campo il loro ingegno. E lo fanno, anche rischiando l’ira di manager e proprietari. L’autore ci sollecita a reinventare le nostre organizzazioni in chiave più umana e più flessibile. Per farlo, dimensioni ridotte e l’arte dell’arrangiarsi saranno un vantaggio da sfruttare pienamente.
Le imprese e le organizzazioni italiane, per la stragrande maggioranza, hanno dimensioni piccole o medie. Dimensioni ridotte e l’arte dell’arrangiarsi saranno un vantaggio da sfruttare pienamente.
La prima parte del libro ci aiuta a puntare il dito esattamente su cosa non funziona più e quali sono i due principi che ci guidano oltre: ci aiuta a maturare la voglia di cambiare e indica una direzione. La seconda è dedicata allo strumento OS Canvas, che delinea dodici ambiti utili ad analizzare e modificare le basi dell’organizzazione, ovvero il suo Sistema Operativo. Ogni caso studio, ogni stimolo e domanda proposti dall’autore in questa parte ci aiutano a espandere il nostro immaginario su ciò che è possibile realizzare. La terza suggerisce un modo nuovo per guidare e gestire il processo di transizione. E siccome l’autore propone domande guida, anziché risposte preconfezionate, saremo liberi di trovare le nostre risposte e di comporre da noi la nostra soluzione. Non avremo un piatto pronto, ma avremo fame, gusto e sapremo cucinare.
Non avremo un piatto pronto, ma avremo fame, gusto e sapremo cucinare.
Dedico un’ultima riflessione al passato delle nostre organizzazioni. Troppo spesso le vogliamo rivoluzionare effettuando un taglio quasi totale con il loro percorso. Ma passato e futuro non sono in contraddizione: vanno connessi nel presente.
Quando il libro vi aiuterà a riconoscere che bisogna cambiare, celebrate il passato che vi ha portati fino a qui. Onorate il fatto che era funzionale, e soltanto poi passate al perché non lo è più e cosa ne volete fare.
Quando il libro vi aiuterà a immaginare un futuro migliore, sentite la tensione che comporta e usate quell’energia.
Quando il libro vi aiuterà a concepire nuovi modi per innescare il cambiamento, tornate nel presente e agite con ciò che avete già a disposizione.
Il viaggio verso il futuro delle organizzazioni passa da qui.