Well-being in azienda: cos’è e come promuoverlo

sabato 11 marzo 2023

5 minuti

Well-being in azienda: cos'è e come promuoverlo

Facciamo un po' di ordine senza dare nulla per scontato

Per questo speciale abbiamo chiesto una mano ad Alice Manzoni di Trainect, giovane azienda nata con lo scopo di aumentare well-being, team building ed engagement dei dipendenti con un’unica piattaforma ricca di contenuti multimediali creati da coach ed esperti di ogni ramo del settore benessere. La nostra collaborazione parte da lontano, passa attraverso alcuni partner di Kopernicana e trova qui e oggi la sua concretizzazione.

 

Cos’è il well-being in azienda?

Cominciamo col fare un po’ di ordine tra le definizioni. Cerchiamo di capire, in primo luogo, come distinguere il concetto di well-being da quello di wellness e da quello di welfare. Tre elementi certamente interconnessi, ma con sfumature di colore diverse.

  • Wellness: il processo di ricerca proattiva e dinamica di attività, stili e scelte di vita che conducano a una condizione di benessere che vada oltre la semplice salute fisica. Stato fisico, Psiche e Società sono di fatti i tre aspetti fondamentali del benessere, che può essere raggiunto unicamente attraverso l’equilibrio tra tali fattori, a cui viene attribuita egual importanza.

  • Well-being: La dinamicità della nozione di wellness non si ripresenta, però, in quella di well-being, ed è questa la differenza fondamentale tra i due. Well-being, infatti, fa riferimento ad uno stato d’essere, ad una condizione statica che potremmo definire di “buona salute”. Va sottolineato, però, che si fa riferimento in particolar modo alla salute mentale e alla sfera emozionale, che sono in questo caso le due dimensioni che occupano un ruolo predominante.

  • Welfare: rimanda proprio a tutte quelle prestazioni attivate all’interno di una società a tutela del cittadino e della persona. Non si tratta solo di iniziative governative o statali (comprese nel cosiddetto “primo welfare”), ma anche di quei benefit e prestazioni che le aziende erogano a favore dei propri dipendenti al fine di migliorarne la vita privata e lavorativa.

Una volta fatto un po’ di ordine, concentriamoci sul well-being. Per tanto tempo si è pensato che il well-being non fosse una priorità per le aziende, per alcune è ancora così. Provocazione? Dato di fatto? Poco importa, perché non è questo il punto. Il punto sono il 67% di persone che riporta un livello maggiore di stress dopo la pandemia, l’85% che considera il proprio benessere psicologico correlato al proprio benessere sul lavoro e il 92% che pensa sia responsabilità dell’azienda occuparsi del loro benessere psicologico (BVA Doxa 2021). Eppure, nonostante questi numeri che si riflettono poi sul valori della produttività e del profitto, sono ancora pochissime le organizzazioni che intervengono attivamente sulle proprie politiche di well-being.

Ma cosa significa attivarsi in termini di supporto al benessere delle proprie persone? Perché, lo diciamo subito, il biliardino e la frutta in area relax non bastano più – se davvero sono mai bastati. Significa prima di tutto attivare una trasformazione culturale e valoriale che posizioni l’azienda come soggetto responsabile nei confronti di tutti gli stakeholder e dei bisogni crescenti di cura, recupero del proprio tempo e ricerca del benessere in tutte le sue dimensioni.

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Come promuovere il benessere in azienda?

Il benessere lavorativo è strettamente interconnesso al rapporto tra i collaboratori e l’organizzazione. Sicuramente tutto parte dall’azienda, dai suoi valori e da come questi vengono comunicati ai lavoratori. Il messaggio che ormai è arrivato alla maggior parte delle organizzazioni sul mercato è che il lavoro non può essere causa di sofferenza e stress per i lavoratori, ma un’opportunità per valorizzare la personalità e le skills di ciascuno e ciascuna.

Alcuni dei fattori che influenzano il benessere psicofisico di una persona sul posto di lavoro sono:

  • la motivazione

  • il senso di appartenenza

  • la corretta circolazione delle informazioni

  • la flessibilità

  • la fiducia delle persone

  • la collaborazione

Quando si parla di benessere lavorativo, la prima cosa da fare è che questi fattori siano presi in seria considerazione quando si parla di cultura e valori aziendali. Non darli per scontati, tanto per cominciare. Non pensare che qualcuno dedichi otto ore al giorno – nella migliore delle ipotesi – alla vostra azienda solamente perché a fine mese arriva uno stipendio. Questo non più sufficiente. E non finisce qui. Tutto ciò va messo a terra, applicato in maniera concreta e tangibile. Solo in questo modo si potranno attuare strategie efficaci e vere volte ad aumentare il benessere aziendale e il team building. Quando un’azienda si prende cura del well-being dei propri collaboratori, la motivazione del lavoratore cresce in quanto percepisce che l’organizzazione investe nel suo benessere, e ciò sarà visibile anche nelle sue performance lavorative. Inoltre, è sempre compito dell’azienda creare le condizioni per far sentire i collaboratori coinvolti e cercare di creare un senso di appartenenza. Per fare ciò, la cosa migliore è sempre partire dall’ascolto attivo da parte dell’azienda dei bisogni e necessità delle proprie persone.

Non esiste un modo più semplice, non esistono strade alternative. Ascoltare attivamente e prendersi cura dei bisogni di ogni lavoratore è l’unica strada da seguire se si vuole raggiungere il pieno empowerment organizzativo. Maggiore autonomia, maggiore trasparenza di feedback, un più concreto riconoscimento dei successi e percorsi di formazione adeguati sono solo alcune delle politiche da abbracciare per un lavoro nuovo e diverso, all’insegna del benessere e che prenda le distanze da un passato pronto per essere superato definitivamente.

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